Prospettive cupe per l’export svizzero nel 2019

10 aprile 2019

Nuvole nere all’orizzonte per l’export: conflitti commerciali, Brexit e debolezza delle valute dei Paesi emergenti preoccupano non poco le aziende esportatrici svizzere. Quest’anno le aspettative nei confronti dell’export sono decisamente inferiori rispetto al 2018 e in alcuni importanti Paesi di esportazione come Francia, Italia e Gran Bretagna le imprese che vivono di export temono un aumento dei rischi. È quanto emerge dal Swiss Export Risk Index SXR così come dall’indagine del 2019 sui rischi legati all’esportazione della Berner Fachhochschule (scuola universitaria professionale di Berna) che, su incarico di Euler Hermes, ha intervistato anche quest’anno oltre 300 imprese svizzere orientate all’esportazione.

Swiss Export Risk Index SXR: rischi in aumento nel 2019
Nel 2019 è stato introdotto il Swiss Export Risk Index SXR. Le preoccupazioni evidenziate dall’indagine del 2019 sono le stesse rilevate l’anno scorso, mentre tra il 2015 e il 2018 si era registrato un costante ribasso. «Tale discesa era dovuta a minori timori per i rischi valutari e congiunturali – il rischio politico al contrario mostrava un andamento in ascesa. Per il 2019 le imprese si attendono un aumento dei rischi nell’export, soprattutto dei rischi politici, informatici e, ancora una volta, congiunturali», dichiara Stefan Ruf, CEO Euler Hermes Svizzera, «Questo quadro coincide sotto molti aspetti con la nostra valutazione. Nel 2019 si prevede un aumento delle insolvenze del 6% a livello mondiale; in Svizzera ci attendiamo un incremento dell’1%. Per le imprese nazionali non è per nulla una buona notizia e i rischi aumenteranno soprattutto per chi esporta. Alcuni Paesi non sono sufficientemente preparati ad affrontare l’indebolimento del commercio mondiale.»


Timore per l'aumento dei rischi in alcuni Paesi chiave per l’export
Le imprese svizzere temono un inasprimento dei rischi in molti dei principali mercati di esportazione. Una valutazione che si fonda, per la Gran Bretagna, sull’esito incerto della Brexit e, per la Francia e l’Italia, sugli attuali sviluppi politici interni. Per quanto riguarda gli USA sono le varie iniziative per la creazione di nuove barriere commerciali a rappresentare per l’export svizzero un rischio crescente, mentre per quanto riguarda Russia e Turchia le preoccupazioni sono legate principalmente all’influenza esercitata dalla politica sulle attività economiche.


Rischi politici in aumento: preoccupazioni per i conflitti commerciali e l’ipotesi di una hard Brexit
Il 40% delle imprese considera gli attuali conflitti commerciali un rischio grave o piuttosto grave. Il timore è legato all’incidenza di possibili dazi doganali elevati sulle attività economiche, poiché eventuali barriere commerciali colpirebbero l'export svizzero anche se la Svizzera non è l’obiettivo primario di queste misure protezionistiche. Un eventuale aumento dei dazi statunitensi sull’importazione di automobili tedesche avrebbe ricadute notevoli anche per molte aziende dell'indotto svizzero. Allo stesso modo, le imprese elvetiche che riforniscono il mercato americano tramite le loro filiali cinesi potrebbero risentire fortemente dell’imposizione di dazi elevati da parte degli USA sulle importazioni dalla Cina: una situazione che potrebbe minare questo modello di business.


Anche lo scenario di una Brexit senza accordo e delle sue possibili conseguenze costituisce un rischio per i partecipanti al sondaggio. Per le imprese che hanno fornitori in Gran Bretagna la Brexit rappresenta anche un rischio elevato in termini di approvvigionamento, che a sua volta avrebbe un’incidenza negativa sull’intera attività di export delle aziende.


Si offuscano le prospettive
Dal punto di vista delle esportazioni il 2018 è stato un anno molto positivo con una crescita del 5.7%, anche se questo risultato è da ricondurre principalmente al primo semestre. A partire dal terzo trimestre del 2018 l’andamento ha iniziato a mostrarsi volatile. Per quanto riguarda il 2019, l’ottimismo delle imprese è quindi calato rispetto a un anno fa: il sondaggio ha fatto emergere in particolare pareri discordanti su una possibile evoluzione positiva delle esportazioni verso la Russia, Singapore, la Spagna, l’Italia, il Brasile, la Gran Bretagna e la Turchia. «Sorprende come vi siano aspettative piuttosto contenute nei confronti di Spagna e Italia, due Paesi di importanza fondamentale per l’export svizzero. Mentre il calo delle aspettative nei confronti delle esportazioni verso la Gran Bretagna è riconducibile al rischio di una hard Brexit, le mutate previsioni per quanto riguarda Russia, Brasile e Turchia sono frutto della debolezza valutaria di questi Paesi, che genera un ulteriore aumento dei prezzi, già elevati, dei prodotti svizzeri», spiega il dr. Paul Ammann, Head Research Group International Management, Berner Fachhochschule (scuola universitaria professionale bernese).

Luci all’orizzonte?
Considerato l’aumento dei rischi di credito a livello globale, Ludovic Subran, Global Head of Macroeconomic Research presso Allianz e Chief Economist presso Euler Hermes, conferma le fosche prospettive e le contenute aspettative delle imprese esportatrici svizzere per il 2019: «I rischi legati alle esportazioni aumentano in molti Paesi e ci aspettiamo, ad esempio, una nuova ondata di fallimenti in Cina. Il numero delle insolvenze, però, è in di nuovo in aumento anche nell’Europa occidentale, non da ultimo per via dell’incertezza dovuta alla Brexit, che ha già colpito duramente l’economia. Nonostante questo prevediamo un atterraggio morbido per l’economia nel 2019 e 2020.»

Attualmente lo scenario più probabile secondo Ludovic Subran è quello di una soft Brexit, anche se l’ipotesi di un’uscita non regolata del Regno Unito dall’UE pende ancora come una spada di Damocle sulle imprese e i loro partner commerciali.

«Inoltre ci sarà a nostro avviso una distensione nel conflitto commerciale che, dopo il crollo di inizio anno, dovrebbe generare nel secondo semestre del 2019 una leggera ripresa del commercio mondiale.» Anche se la crescita degli scambi a livello globale si preannuncia inferiore rispetto al 2018, per le imprese esportatrici svizzere questa previsione ottimistica è come un raggio di sole all’orizzonte. Secondo gli economisti di Euler Hermes l’inizio del 2020 si prospetta tuttavia di nuovo poco roseo, soprattutto a causa di un rallentamento dello sviluppo economico negli USA.

 

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