Scambi commerciali in quarantena: Covid-19 causerà perdite per 320 miliardi di usd a trimestre

Scambi commerciali in quarantena: Covid-19 causerà perdite per 320 miliardi di usd a trimestre 

10 Marzo 2020 - durata 3 min

Dopo la faida commerciale tra Stati Uniti e Cina dello scorso anno, che ha ridotto la crescita del commercio globale al livello più basso dal 2009 (+1,2% in volume), prevediamo che l'epidemia di Covid-19 diventi una delle principali barriere commerciali del 2020. Secondo i nostri calcoli, le misure di contenimento in corso per rispondere all'epidemia di Covid-19 equivalgono già a +0,7punti percentuali di dazi aggiuntivi sulle merci, portando la media mondiale delle tariffe all’importazione ad un 6,5% nozionale alla fine del primo trimestre 2020. In altre parole, in un solo trimestre il commercio globale ha già scontato l'equivalente della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina protrattasi per un anno intero nel 2019.

Le perdite sugli scambi di beni e servizi potrebbero ammontare a 320 miliardi di USD per ogni trimestre di interruzione delle attività. Di conseguenza, ogni trimestre di perdite commerciali legate alla Covid-19 nel 2020 è paragonabile all'impatto annuo della disputa commerciale USA-Cina sui dazi mondiali del 2019. Per quanto riguarda le merci, le nostre ipotesi principali tengono conto dei blocchi in Cina e in Italia e delle limitate misure di contenimento negli altri Paesi. Secondo le nostre stime, la ripresa dell'attività commerciale sarà graduale nei mesi di marzo e aprile, per raggiungere il pieno ritmo entro la fine di maggio.

Figura 1 – Calo delle esportazioni nel 2020 dovuto all'epidemia di Covid-19 (mld di USD)

Figura 1 – Calo delle esportazioni nel 2020 dovuto all'epidemia di Covid-19 (mld di USD)

Le perdite per l'export dovrebbero ammontare complessivamente a 161 miliardi di dollari, in quanto la domanda cinese ed europea continuerà a subire un impatto significativo fino alla fine di aprile. La nostra ipotesi per quanto riguarda i servizi è una notevole riduzione dei turisti da e verso la Cina, l'Italia e più in generale l'Europa, a cui si aggiunge un significativo rallentamento dei servizi legati ai trasporti. Il ritorno a livelli normali di attività dovrebbe essere molto graduale, portando le perdite globali delle esportazioni a 125 miliardi di USD sul fronte del turismo e a 33 miliardi di USD per i servizi di trasporto.

Questo shock commerciale è già visibile nei primi indicatori, che segnalano una recessione degli scambi in termini di volumi sia nel 1° trimestre (-2,5%) che nel 2° trimestre (-1%) del 2020. Dopo un leggero rimbalzo dell'1,6% nel 4° trimestre 2019, prevediamo per il commercio globale una contrazione del -2,5% nel 1° trimestre, che certamente rimarrà negativo nel 2° trimestre. In effetti, il nostro indice proprietario Trade Momentum indica che i volumi degli scambi hanno subito una nuova flessione a gennaio 2020 per crollare a febbraio, a seguito delle segnalazioni disastrose provenienti dalla Cina, ma anche del peggioramento degli ordini di esportazione nelle altre parti del mondo, in particolare in Europa e in Asia.

Figura 2 – Crescita percentuale del commercio di beni y/y e indice Trade Momentum di Allianz Trade

Figura 2 – Crescita percentuale del commercio di beni y/y e indice Trade Momentum di Euler Hermes

I dati sulle spedizioni puntano nella stessa direzione. La International Chamber of Shipping stima che l'epidemia di Covid-19 abbia sottratto agli scambi globali più di 350.000 container. Secondo la Commissione Europea, nelle ultime quattro settimane le partenze di navi portacontainer dalla Cina sono diminuite del 49%. Il previsto calo del 20-25% nella produzione marittima globale avrà un impatto corrispondente sul settore dei terminal portuali. Attualmente lo scenario della ripresa a forma di V indica un recupero nella seconda metà del 2020, con una previsione per il commercio globale di +0,4% per l’intero anno.

Il dollaro forte, la diminuzione dei prezzi delle materie prime e la depressione della domanda manterranno in recessione gli scambi nominali per l'intero 2020. Il calo del -10% dell'indice GSCI di S&P, relativo ai prezzi delle materie prime dall'inizio dell'epidemia di Covid-19, segnala la continuazione delle pressioni deflazionistiche del 2019. Questa situazione, unita all'apprezzamento del dollaro in un contesto di elevata incertezza, spingerà i prezzi al ribasso. In termini di valore, gli scambi commerciali dovrebbero contrarsi anche nella prima metà dell'anno, mantenendo in territorio negativo il dato dell'intero anno dopo il -1,5% del 2019.

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Tali deviazioni possono sorgere a causa, a titolo esemplificativo, (i) di cambiamenti delle condizioni economiche generali e della situazione competitiva, in particolare nelle linee di business core e mercati core del Gruppo Allianz, (ii) andamento dei mercati finanziari (in particolare volatilità, liquidità e eventi creditizi del mercato,), (iii) frequenza e severità degli eventi di danno assicurato, anche derivanti da catastrofi naturali, e sviluppo delle spese di gestione, (iv) livelli e tendenze di mortalità e morbilità, (v) livelli di persistenza dei fenomeni osservati, (vi) in particolare nel settore bancario, l'entità delle inadempienze creditizie, (vii) i livelli dei tassi di interesse, (viii) i tassi di cambio tra cui il tasso di cambio EUR / USD, (ix) le modifiche delle leggi e dei regolamenti, comprese le normative fiscali, (x) l'impatto delle acquisizioni, inclusi i relativi problemi di integrazione, misure di riorganizzazione e (xi) fattori competitivi generali, in tutti i casi su base locale, regionale, nazionale e / o globale. Molti di questi fattori possono essere più probabili o più pronunciati a causa delle attività terroristiche e delle loro conseguenze.

 

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