Al di là alle misure di liquidità di emergenza fornite alle PMI europee per fronteggiare Covid-19, stimiamo che le PMI italiane necessitino ancora di 70 miliardi di euro di ricapitalizzazione, le PMI francesi 30 miliardi di euro e quelleI tedesche 3 miliardi di euro – al netto delle aziende zombie preesistenti. Mentre i prestiti garantiti dallo Stato hanno finora aiutato le imprese ad evitare una crisi di liquidità, le PMI europee si trovano ad affrontare livelli di indebitamento eccessivi, un peggioramento della redditività e una situazione di sottocapitalizzazione, una cattiva combinazione per la loro solvibilità nel medio periodo, con le PMI francesi e italiane più a rischio. Stimiamo che il debito delle società non finanziarie francesi abbia raggiunto oltre l'81% del PIL nel secondo trimestre, molto al di sopra dei livelli della Germania (43%) e della media dell'Eurozona (63%). Ciò avviene in un contesto di indici di patrimonializzazione inferiori alla media (37% del totale degli attivi, cfr. grafico 1) e di una redditività in forte peggioramento: I margini delle società non finanziarie francesi hanno perso più di sette punti percentuali dall'inizio dell'anno e si trovano al livello più basso tra i paesi dell'UE-27. Mentre la questione del debito è meno preoccupante in Italia (65% del PIL) in un contesto di maggiore resilienza dei margini, le quote di capitale proprio delle PMI italiane si attestano anch’esse al di sotto del 40% degli attivi, il livello generalmente ritenuto adeguato.

Figura 1 - Gap del capitale proprio, miliardi di euro
Figure 1 – Equity gap, EURbn
Fonti: Allianz Trade, Banca di Francia, Allianz Research.
Quali sono i settori più a rischio? Escludendo le PMI zombie, e considerando le percentuali di capitale proprio pre- e post-Covid-19, il settore alberghiero e della ristorazione in Francia è il più a rischio, seguito dai servizi di trasporto e stoccaggio. Il settore alberghiero e della ristorazione rappresenta il 38% dell'aumento del deficit patrimoniale previsto in Francia, pari a 11 miliardi di euro, ma questo settore è tutt'altro che immune anche in Italia (3,9 miliardi di euro) - si veda la Figura 2. I macchinari e il commercio (combinando la vendita al dettaglio e all'ingrosso) in Italia sono i prossimi nella "watch list", con un deficit patrimoniale aggiuntivo quasi simile (rispettivamente 7,5 miliardi di euro e 7,3 miliardi di euro). Ci aspettiamo che il settore "altri servizi di trasporto e stoccaggio" rimanga ai primi posti sia in Francia che in Italia (rispettivamente 5,5 miliardi di euro e 2,6 miliardi di euro). Più globalmente, i settori italiani sono più rappresentati nella "watch list" in quanto sembrano tutti sottocapitalizzati rispetto alle controparti tedesche e persino francesi, con diversi settori che prima dell'epidemia di Covid-19 avevano una quota azionaria inferiore al 35% (in particolare abbigliamento, legno e prodotti in legno, metallo strutturale, costruzioni, trasporti terrestri). In Francia, la carenza di capitale proprio si concentra in un numero molto più limitato di settori sottocapitalizzati. Il settore dei trasporti, compresi quelli marittimi e aerei, fortemente colpiti dalla crisi della Covid-19, è uno di questi, con un deficit patrimoniale pari a 3,4 miliardi di euro e 1,9 miliardi di euro, rispettivamente. Questi due settori sono gli unici da tenere d'occhio in Germania, dove tutti gli altri settori avevano una quota di capitale proprio superiore al 40% prima della crisi.

Figura 2 - Divario di capitale proprio per settori (escluse le PMI zombie)
Figure 2: Yearly deliveries of commercial planes (in number)
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Fonti: Oxford Economics, Allianz Trade, Allianz Research