La crisi globale di Covid-19 ha provocato un risveglio nella società: l'attività economica non può più limitarsi a perseguire il solo profitto finanziario. D'ora in poi è auspicabile che tutti considerino il modo in cui si crea ricchezza e che nessuno, imprese, stati, investitori o consumatori, voglia tornare allo status quo prima del virus.

Il rispetto dei criteri ambientali, sociali e di governance (ESG) era un problema fondamentale già prima della Covid-19. Tuttavia, la crisi ha messo in evidenza la "S" di ESG, senza dimenticare le preoccupazioni crescenti dei leader sulle questioni ambientali e di governance, mentre le aziende venivano scrutinate sin dall'inizio della crisi. Le aspettative nei confronti delle imprese cominciano ad evolversi e a concentrarsi sull’impegno sociale e sulla definizione della ragion d'essere, cioè il posto che desiderano occupare all'interno della società al servizio dell'interesse generale. Non si tratta più di limitarsi alla semplice creazione di valore, ma di considerare il modo in cui tale valore viene creato. Tale rapido sviluppo si spiega sia con la consapevolezza del pubblico, che con le nuove esigenze di clienti, investitori e autorità.

Questa crisi senza precedenti sta spingendo le aziende ad agire con integrità e a mettersi al servizio della società, ponendo al primo posto la raison d'être. In tale contesto, quali potrebbero essere le tendenze emergenti o gli impatti duraturi dell Covid-19 sul modo di valutare i fattori ESG? Si potrebbero accelerare le iniziative ESG? Come dovranno trasformarsi le aziende per garantire la sostenibilità futura?

In termini concreti, molte aziende stanno già lavorando per trovare soluzioni in grado di rispondere a determinate emergenze. Ad esempio, Google ha donato diversi milioni di dollari a sostegno dell'OMS, LVMH ha riorientato la linea di produzione per creare grandi quantità di gel alcolico, Toyota produce visiere protettive stampate in 3D e Decathlon ha interrotto la vendita di maschere e attrezzature per immersioni in modo che possano essere collegate a respiratori medici. Le aziende che dimostrano impegno civico rivelano di essere pronte ad assumere un ruolo responsabile all'interno della società, al servizio dei clienti e più in generale per il benessere collettivo.

Anche gli Stati avranno un ruolo sempre più importante nella promozione dei fattori ESG e stanno già lavorando per rispettare gli impegni nazionali sul clima entro il 2030, con l'obiettivo di raggiungere zero emissioni nette per il 2050. A questo proposito, una delle conseguenze più visibili della crisi è stata la diminuzione del fabbisogno energetico e il crollo dei prezzi petroliferi. Tuttavia, quando le economie si riprenderanno è probabile che le emissioni di CO2 tornino ai livelli passati e che persino li sorpassino, mettendo a rischio la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio. Difronte a questo rischio, i piani di stimoli governativi dovrebbero prevedere una componente ESG.

La collaborazione tra autorità pubbliche e settore privato sui fattori ESG è diventata cruciale. La Net-Zero Asset Owner Alliance, guidata da Allianz, è un esempio di investitori che si impegnano a proteggere le persone e il pianeta, con la consapevolezza che le aziende che trasformano l’attività per realizzare un'economia a basse emissioni di carbonio beneficeranno maggiormente delle opportunità offerte dal cambiamento climatico. L'iniziativa coinvolge, con quasi 4 miliardi di dollari di investimenti in tutto il mondo, più di 16 asset manager affinché spostino i portafogli verso investimenti a zero emissioni nette entro il 2050. È sempre più evidente che la forza economica e i fattori ESG non possano essere separati. Alcune società e potenzialmente alcuni settori e Paesi diventeranno meno attraenti per gli investitori a causa dei rischi ESG, rendendo il finanziamento molto più oneroso. Allianz Trade sta già integrando i criteri ESG per migliorare l'analisi dei rischi Paese e ha messo bene in chiaro che i criteri ESG diventeranno un punto di partenza essenziale per qualsiasi decisione d’investimento in un settore o Paese.

Nel complesso, la crisi da Covid-19 ha dimostrato finora la stretta relazione tra sostenibilità, resilienza aziendale e attività economica. I fattori ESG diventeranno probabilmente il nuovo punto di riferimento per aiutare le aziende a rispondere efficacemente alle sfide inattese. L'aumento di epidemie e disastri naturali è legato ad una crescita del rischio per le catene di fornitura e ad una maggiore vulnerabilità dei Paesi e delle imprese.

È tempo per tutti noi di iniziare a mettere in discussione le nostre azioni. Siamo in grado, come consumatori e imprese, di riprendere i precedenti stili di vita senza interrogarci sull'impatto di ogni operazione, acquisto o investimento? Continueremo a sostenere le aziende che non stanno cercando soluzioni alternative per ridurre l’impatto sull'ambiente? Saremo pronti a sostenere le imprese che non sono disposte a contribuire seriamente a una società post-crisi?

La crisi da Covid-19 segnerà un punto di svolta nella nostra storia, in quanto le imprese, i governi e i consumatori saranno più attenti ai fattori ESG e alle conseguenze globali.

Le aziende che non hanno dato priorità ai fattori ESG comprenderanno ora quanto sia necessario avere a disposizione dei piani di emergenza validi e delle protezioni efficaci. Dovranno adattarsi alle mutevoli esigenze dei clienti e dei dipendenti. Dovranno chiedersi come i governi e gli investitori percepiscano la redditività a lungo termine del loro business e dimostrare come la loro attività contribuisca alla società in generale.

La pandemia di Covid-19 è una tragedia umana e una fonte di grandi difficoltà economiche. Ma potrebbe anche rappresentare un importante punto di svolta per l'umanità, se le pratiche sostenibili a livello aziendale e statale saranno attuate rapidamente. Quando parliamo del percorso verso una società più attenta alla raison d'être, possiamo essere fiduciosi nel futuro.