Pacchi da e-commerce e consegne con i droni

Pacchi da e-commerce e consegne con i droni

Le spedizioni e-commerce cambiano il volto delle consegne a casa

07 Gennaio 2020

Nel mondo delle consegne e dei pacchi da ecommerce il futuro è già qui e i pacchi da spedire arrivano dal cielo. Grazie all’uso dei droni le consegne a casa di pacchi, infatti, avverranno sempre più frequentemente in pochissimo tempo e in qualsiasi luogo, grazie all’utilizzo dei droni e ai nuovi materiali per il packaging.

Che i droni avessero tutte le caratteristiche per conquistare i cieli di mezzo mondo era chiaro, ma adesso anche le consegne diventano 3.0 e molto presto questi dispositivi a pilotaggio remoto sostituiranno completamente la figura del fattorino. Si tratta di una realtà già molto diffusa in alcune aree del mondo, come ad esempio la Cina, dove le aziende per le spedizioni ecommerce si sono munite di una flotta di droni per consegnare i pacchi ai clienti, direttamente a casa. Il funzionamento è facile e intuitivo, serve solo uno smartphone, una App mobile, un sistema di geo localizzazione (GPS) e il gioco è fatto, anzi la consegna è fatta. Una rivoluzione nel campo del servizio delivery che sembra migliorare e accorciare la filiera di consegna: dai magazzini direttamente a casa del cliente. Una novità che sembra non solo far felici i consumatori, che possono ricevere la merce a mezz’ora dall’ordine effettuato online, ma anche gli stessi retailer che vedrebbero una diminuzione del costo dei trasporti pari al 70%.

Spedizioni ecommerce, il primato è di Amazon

Fino a un paio di anni fa sembrava una fantasia a cavallo tra la trovata pubblicitaria e la fantascienza, ma oggi è una realtà che viene approvata dai regolatori di diversi Paesi. Domani avere pacchi da ecommerce ordinati a distanza e vedere la consegna a casa nel giro di pochi minuti con un drone sarà normale quanto oggi lo sono le consegne con il postino o il corriere. Il primo è stato Amazon, colosso globale nell’e-commerce, ad annunciare nel 2013 di essere al lavoro sulle consegne con il drone e a lanciare il nuovo servizio Amazon Prime Air. Infatti, il 2013 era l’anno del boom degli annunci riguardanti i futuri e possibili utilizzi dei droni, visto che si erano già intuite le innumerevoli potenzialità e applicazioni dei piccoli velivoli, oltre a quelle nel campo ludico e di foto e video scattati dall’alto. I tanti usi immaginati con i droni andavano dalla consegna di medicinali o di posta, all’agricoltura di precisione e al controllo delle frontiere. Alcune di queste proposte si sono avverate, basti pensare all’agricoltura di precisione o l’uso che viene fatto dalla Marina Militare Italiana dei droni per l’avvistamento in mare e per il salvataggio di persone che tentano di venire in Europa. Ora si apre il futuro delle spedizioni ecommerce effettuate con i droni. Ancora il colosso di Jeff Bezos ha presentato di recente l’ultimo prototipo del programma Prime Air: un velivolo che si sposta come un elicottero, in grado di decollare atterrare verticalmente, in grado di portare pacchi sino a 2,5 kg di peso consegnandoli in un raggio di circa 15 km impiegando circa 30 minuti. Capacità queste che consentirebbero al colosso dell’e-commerce di smaltire via aerea tra il 75 e il 90% dei pacchi, soddisfacendo sempre di più le esigenze dei clienti che desiderano ricevere la merce ordinata nel minor tempo e con il minor dispendio di energie possibile. Si stima che nel 67% dei casi le persone decidono di non comprare più da un determinato sito on line se hanno avuto un’esperienza negativa legata alla spedizione del prodotto. Il servizio delivery con i droni consente quindi di ovviare a questo problema. Nonostante sia dotato di telecamere termiche e di profondità oltre che di sonar per individuare ed evitare potenziali pericoli con l’aiuto dei computer di bordo, il prototipo di casa Amazon ha ancora bisogno però dell’approvazione della Federal Aviation Administration (Faa) l’Ente americano che si occupa di regolamentare e controllare il traffico aereo.

I competitor della battaglia dei cieli

La battaglia per il controllo dei cieli, almeno dal punto di vista delle consegne, è quindi partita. Tra i principali competitor oltre ad Amazon ci sono sicuramente Google, che ha recentemente presentato il suo “Project Wing”, un servizio di consegna a casa con droni già in fase di sperimentazione in Finlandia e in Australia, e Ups (United Parcel Service). La Società americana di trasporto e spedizioni internazionali con sede ad Atlanta, ha infatti annunciato un innovativo servizio di logistica per consegnare campioni medici tramite droni senza pilota in collaborazione con Matternet, azienda attiva nella tecnologia dei droni autonomi. Il programma Ups e Matternet rappresenta una pietra miliare per l’aviazione senza pilota negli Stati Uniti e il suo utilizzo in campo medico aumenta ulteriormente il suo valore. Quello di Ups è il primo utilizzo autorizzato dalla FAA statunitense di un drone per voli commerciali sulla consegna. Anche Poste Italiane si sta preparando ad accogliere la sfida di Amazon e ha recentemente annunciato di stare lavorando a un progetto di consegne all’avanguardia con l’utilizzo dei droni.

Droni e controllo del traffico aereo

Se quello delle consegne dei pacchi da spedire con i droni si profila come il business del futuro è vero anche che questo apre nuovi scenari di sicurezza dei cieli. Non si tratta solo di identificare i dispositivi a pilotaggio remoto, i droni appunto, ma anche gestire la loro integrazione con lo spazio aereo occupato dalla aviazione generale. La maggiore preoccupazione dell’invasione pacifica dei droni sui cieli di tutto il pianeta non è solo quella per l’incolumità delle persone a terra, che sono magari inconsapevoli del fatto che in quel momento un velivolo senza pilota stia sorvolando la loro testa, ma anche che il drone possa impattare su un aeromobile, aereo o elicottero che sia, causando danni e conseguenze davvero importanti. L’introduzione dell’identificazione remota diretta, introdotta dal comitato EASA (Agenzia Europea per la Sicurezza Aerea) e introdotta con buone probabilità anche nel Futuro Regolamento Unico Europeo una volta applicabile su tutti i Paesi della Comunità Europea, implica quindi non solo il tracciamento del drone in volo, ma anche la conoscenza della sua posizione e della sua rotta. Tali dati serviranno poi a chi si occupa del controllo del traffico aereo civile, nel caso italiano l’ENAV (Ente Nazionale Assistenza al Volo). Un lavoro decisamente gravoso quello che si profila per la gestione del traffico aereo tra gli aeromobili tradizionali e i droni se si pensa che si stima che siano oltre 100 mila quelli che attraversano i cieli europei, un dato che tra l’altro è destinato a raddoppiare entro i prossimi 5 anni, come dichiara lo European Drones Outlook Study. La Commissione europea poi prevede che la crescita annua del mercato dei droni raggiungerà i 10 miliardi di euro annui entro il 2035 e i 15 miliardi entro il 2050. Una flotta inarrestabile quella dei droni che necessita quindi di norme certe. Il nuovo Regolamento Unico Europeo di Easa detta le regole a cui tutti gli Stati membri dovranno attenersi entro massimo tre anni. Misure condivise a cui dovranno aggiungersi requisiti di sicurezza standardizzati. Ad aiutare nell’identificazione di quei requisiti e standard tecnici e operativi in grado di garantire la sicurezza nell’uso dei droni in tutti i Paesi europei sarà AW-Drones, progetto europeo a guida italiana che darà i primi risultati nei prossimi 36 mesi.