Yape. Il robot che consegna la posta

Yape, il robot postino

È italiano il robot che rivoluzionerà la logistica dell’ultimo miglio

13 Maggio 2019

La velocità con cui il mercato del delivery punta all’espansione è ormai dilagante. Ne sono chiara testimonianza l’aumento delle persone che si fanno consegnare a domicilio qualsiasi cosa, anche gli alimenti, e la polemica sulla precarietà e sicurezza dei cosiddetti “riders” – coloro che poi di fatto queste consegne le effettuano – che ha investito ad esempio Foodora e Deliveroo, tra i più grandi player del settore.

E se a rivoluzionare il delivery urbano arrivasse Yape? Acronimo di “Your Autonomus Pony Express”, Yape è un innovativo sistema di consegne a guida autonoma. Grazie a sensori all’avanguardia e potenti videocamere, è in grado di muoversi su marciapiedi e piste ciclabili, negli spazi stretti e irregolari della città, per consegnare pacchi fino a 70 chili di peso, con un’autonomia della batteria di circa 80 chilometri

Usarlo è semplicissimo: tramite un’app omonima si chiama il robot, si mette l’oggetto nel vano e si inserisce l’indirizzo del destinatario. La partenza e l’arrivo sono certificati dai codici degli smartphone di mittente e destinatario e l’apertura del vano verrà abilitata solo a chi viene identificato.

Un’idea italiana

A ideare e produrre questo postino robotizzato è stata la società milanese e-Novia, un incubatore di imprese inserito dal Financial Times tra le mille aziende europee che sono cresciute più velocemente negli ultimi tre anni: nata infatti solo nel 2015, ad oggi ha già raccolto 50 milioni di euro di capitali e generato 27 imprese satellite. Il bilancio del 2018 ha dimostrato che in un solo anno e-Novia ha raddoppiato i suoi ricavi, raggiungendo gli 8,4 milioni di euro. A credere a questo robot intelligente anche Eldor Corporation, gruppo lombardo da 2.900 dipendenti in tutto il mondo e con cinque centri produttivi, che nel progetto ha investito sei milioni di euro.

Yape nel mondo

Fautore delle potenzialità di Yape anche il Sol Levante, patria di tante realtà tra le più evolute e innovative al mondo. Nei mesi scorsi, Japan Post, il principale operatore postale del Giappone, ha scelto il robot made in Italy come provider per le consegne. I test sono iniziati a dicembre del 2018, alternando sessioni indoor e outdoor negli edifici di edilizia pubblica di Minami Sōma, la città abitata da molti degli sfollati del grande terremoto di Fukushima del 2011. Le prove hanno consentito a Yape di evolvere e migliorare alcune delle sue caratteristiche, tra cui le sospensioni adatte ad ogni tipo di fondo stradale, la capacità di carico e l’isolamento termico per il food delivery. Un punto di partenza verso una possibile cooperazione pluriennale, che mira a risolvere le sfide future della logistica.

Il futuro della logistica

Nell’era della connessione 5G, con robot, droni, veicoli autonomi collegati alla rete, Yape sarà solo uno dei tanti “minipony” digitali che vedremo in azione nelle nostre città. Oggi che gli “Amazon addicted” ci circondano d’altronde, le aziende devono strutturarsi per poter rispondere a una domanda in continuo aumento: se nel 2015, nei paesi ad alto sviluppo commerciale, sono stati consegnati 31 miliardi di pacchi e pacchetti, si stima che nel 2020 le consegne annuali potrebbero arrivare a quota 50 miliardi. Insomma, le previsioni dicono che entro il 2022 un terzo della popolazione acquisterà online e l’unico neo che sembra minare un e-commerce così in salute è il traffico e, di conseguenza, la logistica dell’ultimo miglio, quella di consegna.

La realtà italiana

In molte città italiane quasi un terzo del traffico totale è causato dal trasporto merci, spesso praticato in maniera poco logica e con veicoli inquinanti e poco efficienti: il 91% dei veicoli commerciali in Italia sono Euro 5 e usano come combustibile il gasolio, mentre il 42% sono Euro 0, Euro 1 o Euro 2. Si stima che il traffico merci contribuisca tra il 20 e il 30% all’inquinamento dell’aria nelle aree urbane. Una situazione inaccettabile per le smart city di domani, in cui le spedizioni dovranno essere razionali e quotidiane e i veicoli elettrici e intelligenti, e al trasporto merci verrà chiesto flessibilità, efficienza ed emissioni zero, soprattutto nelle aree urbane. E i protagonisti saranno inevitabilmente nuovi mezzi, robot e droni autoguidati.