Cos’è AvantGrade.com? Qual è la sua mission?

« AvantGrade.com è una società di consulenza specializzata nel digital marketing, in particolare nel digital marketing su Google: organico, quindi senza pagare Google e a pagamento, pagando gli annunci. Questa è la nostra principale specializzazione che abbiniamo alla web analytics e all’Inteligenza Artificiale applicata a questi ambiti.

Abbiamo 18 consulenti attivi, oltre 60 clienti serviti in questi che sono i servizi core che proponiamo». 

Cosa significa oggi, per un’azienda, essere digitali e tecnologiche?

«Oggi un’azienda moderna, come si vuole definire, tecnologicamente avanzata, è un’azienda che dalla rete attinge soprattutto a delle informazioni. Un’azienda che dalla rete conosce meglio i propri consumatori perché il consumatore di oggi si informa su Google e interagisce sui social e quindi lascia una serie di segnali molto chiari sulle sue intenzioni d’acquisto e sulle sue preferenze in rete. E dopo questa fase, di intelligence e di ricerca di mercato, l’azienda evoluta può anche andare a trovare dei clienti online attraverso le specifiche piattaforme, in base a quello che è l’intento e l’utilizzo delle piattaforme digitali fatto dai propri clienti. Quindi è un processo, è un mindset, è un approccio che l’azienda adotta dall’ascolto della rete e dall’ascolto del mercato digitale fino alla visibilità nei confronti dei potenziali clienti, fino ad arrivare poi all’acquisizione di clienti o quella che viene chiamata la lead generation, cioè “vado online e trovo dei potenziali clienti”». 

Le stesse regole sono valide sia se le aziende offrono prodotti sia se offrono servizi?

«Anche se un’azienda offre un servizio immateriale deve capire se il modo con cui presenta questo servizio è in linea con il modo in cui il cliente se lo attende. Spesso quando c’è un servizio anche con un profilo tecnologico, viene presentato con una terminologia, una lingua derivante dai tecnici: ecco questa spesso è una lingua diversa d quella che il consumatore utilizza.

È fondamentale anche nei servizi sapere quale è la lingua utilizzata dal consumatore o dal cliente B2B, successivamente presentare la propria offerta in quella lingua. Il consumatore è sempre una persona, anche se non è un acquirente B2B in quel momento, è una persona che fa delle valutazioni oggettive ma anche soggettive, di pancia, quindi da quel punto di vista il modo con cui ci presentiamo impatta molto oltre a quello che presentiamo».

Si può essere tecnologici e sostenibili allo stesso tempo?

«La tecnologia ci può permettere grandi risparmi su vari ambiti come ad esempio i trasporti: invece che fare questa intervista di persona, viaggiando dalla Svizzera a Roma, noi la stiamo facendo via web e sicuramente stiamo utilizzando meno risorse dell’ambiente.

Tuttavia ci sono ambiti in cui le risorse utilizzate dalla tecnologia, ad esempio un sito web, possono essere più o meno efficienti: una stessa pagina web può essere più o meno efficiente, più o meno attenta all’ambiente, in base a come viene costruita e mantenuta».

Come si valutano l’efficienza energetica e l’impatto ambientale di un sito web?

«Il  Karma Metrix  è la prima soluzione disponibile sul mercato che misura l’efficienza energetica e l’impatto ambientale della pagina web di un sito. Come funziona: si tratta di un sistema di calcolo con un algoritmo, che operando su diversi fattori di efficienza della pagina web, la analizza e quantifica quanto questa pagina consuma in termini di CO2. Dopodiché paragona questo consumo unitario con un benchmark, quindi con un ipotetico consumo unitario efficiente raccolto dalla rete, e ci viene a dire quanto consumiamo in termini assoluti, in termini relativi e quanto siamo efficienti rispetto al benchmark raccolto in rete da siti desktop e mobile. Quindi Karma Metrix si pone come misuratore delle emissioni di CO2 di un sito e dell’efficienza energetica di un sito o di una pagina web». 

 

Qual è il valore aggiunto di un’azienda che misura la sostenibilità dei propri ambienti digitali?

«Di fronte ad un aumento dell’importanza del web, le aziende che col web fanno più business, si sono accorte anche della sua importanza dal punto di vista energetico: se andate a vedere le statistiche della produzione della CO2, in base al Global Carbon Project nel 2020 Internet era, se fosse stato un Paese, il quarto al mondo per produzione di CO2, dopo Cina, Stati Uniti e India, quindi un Paese importante.

Detto ciò, anche se con il web non vediamo come per le macchine il tubo di scappamento da cui esce il fumo, è un’area crescente di fabbisogno energetico, spesso alimentato da fonti fossili e da fonti che producono riscaldamento climatico.

Quindi l’azienda attenta alla sostenibilità integra nelle sue misurazioni anche il  Karma Metrix, integra nelle sue misurazioni dell’efficienza a 360 gradi della sostenibilità sì la plastica, sì il fotovoltaico negli uffici, sia se i dipendenti usano un treno o la macchina ma alla fine nel mix ci deve andare anche il sito web, soprattutto per quelle aziende che mettono al centro il digitale. Se ho un sito brochure può anche non avere molto senso misurare quanto consuma la CO2 di quel sito, ma se ne ho uno che ha centinaia di migliaia di sessioni ogni mese, ecco che devo intervenire in modo efficiente sia per consumare meno risorse della Terra ma anche per essere più efficiente verso il cliente che lo fruisce. Quindi è una misurazione win win. Per impattare dal punto di vista della sostenibilità digitale la prima cosa è iniziare a misurarla, e la seconda cosa è iniziare a migliorarla. Ma per migliorare bisogna innanzitutto misurare».