digitalizzazione delle imprese

Digitalizzazione delle imprese: una chance contro la crisi

Clienti online e servizi smart per le PMI digitali

06 Aprile 2020 - Tempo di lettura 6 minuti

L’emergenza che stiamo vivendo in Italia a causa del Covid -19 ha costretto molte aziende a ragionare sulla trasformazione della struttura organizzativa oltre che produttiva e, in questo momento, la priorità è sicuramente la digitalizzazione delle imprese. Videoconferenze, video in streaming, percorsi di apprendimento a distanza, vendite on line, sono solo alcuni degli strumenti attraverso i quali, in questa che viene definita l’era digitale, le aziende possono avviare o rafforzare processi per superare questo periodo di crisi.

L’era digitale, infatti, ha trasformato lo scenario commerciale ed economico in maniera ormai irreversibile. La trasformazione digitale non è più una scelta lungimirante, ma è una necessità contingente. Se prima di questa emergenza sanitaria ed economica la presenza delle aziende nei differenti contesti digitali poteva essere vista come un investimento collaterale a medio-lungo termine (rispetto alla gestione “analogica” delle proprie attività), oggi la realtà obbliga le aziende a fare i conti con sempre più numerosi e consapevoli clienti online.

A beneficiare maggiormente della trasformazione digitale delle aziende in atto sono in particolare il mercato delle telecomunicazioni in Italia, quello dei servizi finanziari e il settore pubblico. La trasformazione digitale offre anche la possibilità di una maggiore efficienza in termini di rapporti tra costi e benefici e uno snellimento della catena IT, che si traduce in un risparmio di risorse sia economiche sia umane.

Digitalizzazione delle imprese: come superare la crisi

I consumatori chiedono aziende, prodotti e servizi smart. Ecco quindi che lo sforzo da parte delle aziende, soprattutto in questo periodo, è stato quello relativo al miglioramento della customer experience online. Già nel 2019 il valore degli acquisti on line in Italia, secondo l’Osservatorio eCommerce B2C della School of Management del Politecnico di Milano, ha sfiorato i 31,6 miliardi di euro con una crescita del 15% rispetto al 2018. Un trend ulteriormente in crescita in questi mesi del 2020 in seguito all’emergenza coronavirus.

Questi giorni di emergenza hanno fatto registrare anche un’impennata di connessioni a Internet e del traffico sulle reti fisse e mobili. Si è registrata nell’ultimo periodo un’impennata del traffico sulle reti con un aumento del 60/70% di traffico su rete fissa e del 30/40% su rete mobile. Anche le connessioni a Internet sono aumentate e questo è dovuto principalmente all’adozione dello smart working da parte di un elevato numero di aziende, le infrastrutture stanno tenendo e l’emergenza sta dimostrando chiaramente il valore e la strategicità dei network e del mercato Telecomunicazioni in Italia. L’emergenza coronavirus si fa sentire quindi anche in casa delle nostre telecomunicazioni che sono al lavoro h24 per garantire al Paese un buon servizio in primis alla sanità e alle strutture dedicate a gestire l’emergenza e più in generale a tutti i cittadini e alle imprese anche senza l’infrastruttura della rete 5G e 6G.

Secondo l’annuale Report Assintel il mercato ICT 2020 varrebbe già oltre 31 miliardi di euro e potrebbe raggiungere i 31,5 miliardi entro la fine dell’anno e risulterebbe in crescita del 2,3% rispetto al 2018. Le previsioni a cinque anni prospettano una crescita ancora maggiore, con gli investimenti delle aziende italiane che dovrebbero superare i 32,4 miliardi di euro entro il 2020. Guardando poi al processo di digitalizzazione delle imprese si vede che continua a diminuire la spesa in servizi di telecomunicazione sia da rete fissa che mobile, segno che non è più della semplice infrastruttura che hanno bisogno le aziende italiane. In questo segmento sono stati spesi quest’anno circa 6,9 miliardi di euro, oltre il 2,7% in meno rispetto a un anno fa. Decisamente più roseo è il segmento dell’IT: qui, sempre secondo il Rapporto Assintel, la spesa è già stata quest’anno di 24,2 miliardi di euro e dovrebbe raggiungere i 24,7 entro la fine del 2020, risultando in crescita del 3,8% rispetto alla precedente rilevazione Assintel.

Digitalizzazione delle imprese tra vantaggi e rischi

Ma il digitale, dicono gli esperti, funziona solo se management, lavoratori e istituzioni sono preparati ad accoglierlo. L’OCSE ha raccolto i dati relativi ai vantaggi e ai rischi della digitalizzazione, in primo luogo creando una morfologia dei rischi e dei benefici. Tra i benefici, l’accesso alle informazioni gratuito, la disponibilità di una più ampia scelta di beni di consumo, i guadagni di efficienza e produttività. Tra i rischi, il digital divide tra:

  • differenti possibilità di accesso e capacità per farne uso;
  • la scarsa digital literacy, ovvero come navigare in modo sicuro lo spazio digitale che richiede un mix di conoscenze tecniche e spirito critico per filtrare e selezionare l’informazione di qualità, non farsi coinvolgere (self-control digital involvement), evitare problemi mentali (per esempio saper resistere al bullismo online);
  • il furto di dati privati e cyber-hacking.

PMI digitali e servizi smart

Secondo i dati dell’ultimo rapporto annuale sulla situazione del Paese redatto dall’Istat, l’80% delle imprese italiane non ha un livello di digitalizzazione sufficiente. Una cifra che fa capire quanto sia fondamentale per le piccole e medie aziende italiane, ripensare i propri investimenti in un’ottica di digitalizzazione del business.

Il digitale ha molte declinazioni: servizi smart a partire dai semplici siti vetrina, alle più complesse piattaforme di e-commerce, fino a progetti di digitalizzazione più complessi che includono investimenti in cyber security, IoT, Industria 4.0 e gestione automatizzata del magazzino. Sono molte le spese e gli investimenti che le imprese italiane si trovano a dover sostenere per rimanere competitive sul mercato. Proprio per rispondere all’esigenza, sempre più urgente di innovazione, sono ormai numerose le agevolazioni regionali, camerali e nazionali rivolte agli investimenti per la trasformazione digitale.

Sul tema digitalizzazione si sono distinti sicuramente i Voucher Digitali Impresa 4.0, a cura delle varie Camere di Commercio sparse sul territorio nazionale ma sono disponibili anche alcuni bandi specifici pensati da Regioni o ministeri per aiutare la digitalizzazione delle PMI Italiane.

Ma guardando al 2020 vediamo che grazie alla Legge di Bilancio numero 160/2019, è disponibile un ventaglio di misure incentivanti per l’ammodernamento e la trasformazione tecnologica per le imprese. Il quadro delle agevolazioni a sostegno del processo di transizione digitale delle imprese cambia profondamente. Il riassetto disegnato dalla Legge di Bilancio 2020, prima dell’arrivo di questa crisi a livello globale, ha decretato la fine del super e iperammortamento, sostituendolo con tre distinti crediti d’imposta:

  • per gli investimenti in beni strumentali generici;
  • per gli investimenti materiali Industria 4.0;
  • per gli investimenti immateriali Industria 4.0.

Rimane poi disponibile, ma con regole “ritoccate”, il bonus formazione 4.0, mentre la nuova Sabatini – ovvero la legge che garantisce fino al 31 dicembre 2020 beni strumentali alle imprese per sostenerle nella competitività e nella produttività – è stata rafforzata per gli investimenti innovativi realizzati nelle regioni del Sud.