Argentina: svendita con il riemergere del rischio politico

Argentina: svendita con il ritorno del rischio politico 

Tornano a spirare venti sinistri intorno al debito argentino. L'allarme giunge dal mercato dei credit default swap.

03 Maggio 2019

La scorsa settimana, una vendita sul mercato ha causato un crollo del valore del peso argentino (ARS) contro il dollaro USA del -5%. La vendita è stata provocata dalla prospettiva che l’ex Presidente Cristina Fernández de Kirchner  possa tornare al potere con le prossime elezioni, sebbene manchino ancora 5 mesi alla data delle elezioni. Durante il suo mandato, le politiche interventiste erano all’ordine del giorno, e il paese non è stato in grado di riguadagnare l'accesso ai mercati finanziari internazionali.

Inoltre, l’Activity Index di Gennaio indica il perdurare della recessione anche nel 2019, dopo la contrazione del PIL annuo del -2,5% nel 2018. Ancora, sono sorti dubbi sul programma di aggiustamento del presidente Macri, che ha imposto controlli dei prezzi per frenare l'inflazione.

Secondo le statistiche ufficiali, l'inflazione è al 55% e la povertà è passata in un anno dal 25 al 32%. In una mossa controversa, la Banca Centrale ha reagito al sell-off abbandonando la posizione di non d'intervento; ora utilizzerà le sue riserve valutarie di 72 miliardi di dollari USA per sostenere la valuta e lottare contro l'inflazione. Nel frattempo, l'incoraggiante riequilibrio del deficit gemello (di bilancio e delle partite correnti) e una graduale ripresa economica del secondo trimestre potrebbero alleviare le pressioni di mercato.