Nel 2018 la crescita del PIL ha registrato un deludente +1,1%, come nel 2017, dopo un anno di volatilità finanziaria e uno sciopero che ha avuto effetti non trascurabili sull'attività economica e sulla fiducia. La ripresa è eccezionalmente torpida dato che l'economia ha subito una contrazione del 3,5% sia nel 2015 che nel 2016; il PIL rimane quindi al di sotto del picco del 2014. Tuttavia, il 2018 ha mostrato un'accelerazione dei consumi privati (+1,9% dopo il +1,3% nel 2017) e una ripresa degli investimenti (+4,1% dopo il -2,6% nel 2017), a cui si è accompagnata un'impennata delle importazioni (+7,6%) che ha contribuito negativamente alla crescita. Le esportazioni non hanno tenuto il passo (+3,4%) a causa di un raccolto che ha dato risultati non omogenei, nonostante le esportazioni di merci verso la Cina siano nuovamente aumentate di un terzo. Le prospettive di consumo per il 2019 sono solo leggermente positive, in quanto la disoccupazione sta diminuendo lentamente. Gli investimenti potrebbero continuare a riprendersi con il ritorno della fiducia, sostenuta dalle privatizzazioni nella seconda metà dell'anno e da una politica monetaria ancora accomodante. Ma la riforma delle pensioni potrebbe deludere, esercitando nuovamente una pressione sui costi dei prestiti. Vediamo una crescita di appena +2% circa nel 2019; occorre fare i conti con la realtà in mezzo a tanto ottimismo.