Il mese di Dicembre è iniziato con tre notizie negative sul fronte del commercio globale: (i) nuove tariffe del 100% su alcune importazioni dalla Francia per gli Stati Uniti, che non saranno però applicate però prima di gennaio; (ii) dazi del 10-25% sui metalli dell'Argentina e del Brasile con effetto immediato; (iii) alcuni commenti del Presidente Trump, che sminuiscono l'urgenza di una fase 1 di accordi con la Cina, sottolineando che "potrebbe attendere" fino a dopo le elezioni del 2020.

Ciò ha avuto un impatto negativo sui mercati, che stavano già prezzando il buon esito di una fase 1 di nuovi accordi commerciali. I dazi potrebbero avere un impatto considerevole per la Francia (-2,1 miliardi di euro di perdite all'esportazione), in quanto lo spumante, i prodotti di bellezza e la pelletteria saranno i prodotti più colpiti. Tuttavia, alcuni dei costi saranno sostenuti dal consumatore statunitense e non dagli esportatori dato che alcuni di questi prodotti non sono sostituibili (prodotti di lusso, a denominazione di origine controllata). Stimiamo le perdite potenziali per gli esportatori argentini e brasiliani di acciaio e alluminio rispettivamente di -102 milioni e -282 milioni di dollari USA.

Questa volatilità delle policy, dopo la sospensione dell'aumento tariffario di ottobre sulla Cina, rafforza l'ipotesi che l'incertezza dovrebbe continuare a pesare sul commercio globale del prossimo anno, in linea con le nostre previsioni di +1,7% per la crescita del commercio mondiale nel 2020 (dopo il +1,5% di quest'anno).