Inflazione e disavanzo pesano su l’economia che ha comunque un alto potenziale. Ma è soprattutto il Peso, la moneta argentina, a patire. Il rischio paese misurata dalla differenza nei tassi di interesse rispetto agli Stati Uniti è un buon indicatore del fenomeno.

L'avanzo commerciale dell'Argentina ha raggiunto il massimo da quattro anni di +1,13 miliardi di dollari USA in aprile, rispetto ad un deficit di -887 milioni di dollari USA rispetto a un anno fa, un buon auspicio per il saldo delle partite correnti che rappresenta una delle principali vulnerabilità del Paese. Tuttavia, questo aggiustamento ha un prezzo. L'indice mensile di attività economica ha registrato un altro calo a marzo (-1,3% la variazione congiunturale e -6,9% quella tendenziale annua) dopo due mesi di espansione, il segnale che l'economia non è ancora sulla buona strada.

Fatta eccezione per l'agricoltura ( che ha vissuto però nel 2018 un anno negativo), la maggior parte dei settori sono in calo, come l'edilizia (-7,1% tendenziale), l'industria manifatturiera (-13,2%) e l'industria mineraria (-1.8%). Si stima quindi che il PIL reale dell'Argentina nel primo trimestre 2019 si sia contratto dello 0.2%, segnando così il quinto trimestre di cali consecutivi.

Per il futuro, ci sono pochi segnali incoraggianti. L'inflazione ha raggiunto l'ennesimo massimo del 55,1% tendenziale annuo in aprile. e, di conseguenza, i tassi di interesse sono saliti a circa il 70%, rispetto al 50% circa del mese di febbraio. La produzione industriale continua a contrarsi e il tasso di utilizzo della capacità produttiva è ancora inferiore di 15 punti percentuali rispetto alla media di lungo termine.

In linea con questa tendenza le esportazioni italiane verso l’Argentina,  concentrate principalmente nel settore della meccanica, che hanno visto un calo nel primo trimestre pari al 35% secondo i dati ISAT.